IL RUOLO DEL FINALE
Il dragaggio quindi è il risultato di tutta una serie di elementi i quali tutti insieme faranno si che la mosca e spessissimo anche l'ultima parte del finale vadano ad una velocità diversa di quella dell'acqua rendendo così la trota sospettosa. La linea coda-finale-mosca è un asse che poggia sulla superficie dell'acqua e quindi essendo soggetto alle forze delle correnti più è lungo e più il dragaggio prende il sopravvento.
Ora se è vero che per contrastare il dragaggio come abbiamo visto si utilizzano dei lanci appropriati finalizzati a far arrivare la coda in acqua già in assetto anti-dragaggio, è anche vero che questo ha dei limiti poiché oltre certe distanze il controllo della coda diventa molto difficile se non impossibile. Allora a questo punto, e non solo, interviene il finale che si accollerà tutte le 'responsabilità' di non far dragare la mosca.
Il dragaggio quindi può essere combattuto in due modi sia con il lancio o con il finale o con entrambi. In effetti il finale, che fino a qualche anno fa e purtroppo ancora oggi da molti è considerato solo il veicolo di giunzione tra la coda e la mosca, può essere gestito con enorme efficacia contro le più svariate situazioni, basta che abbia quelle giuste caratteristiche dinamiche e possegga la giusta lunghezza. Tre comunque sono le caratteristiche più importanti del finale quale elemento anti-dragaggio e cioè:
1. La possibilità di raggrupparsi in spazi anche molto piccoli.
2. La possibilità di curvarsi e piegarsi in ogni sua parte.
3. L'insignificante opposizione che può offrire alle correnti a causa della infinitesimale quantità di materia che possiede e quindi l'estrema adattabilità alle circostanze.
L'architettura del finale quindi deve fare in modo che questo sia valido a combattere il dragaggio. Innanzi tutto la lunghezza. Per acque veloci come il torrente mai meno del doppio della lunghezza della canna quindi almeno 4,5 metri. Questo perché se fosse più corto diventerebbe inutile poiché di difficile plasmabilità.
Poi le tre componenti, Potenza, Conicità e Tip non debbono essere diverse dal 50-55%,15-20%,30-35% della lunghezza totale del finale. Queste proporzioni gli daranno i giusti equilibri. Infine il Tip deve poter essere allungato o accorciato di qualche centimetro in relazione ad alcuni fattori e cioè:
1. La massa della mosca. Più questa è maggiore e più il Tip potrebbe essere accorciato. Per contro, più la mosca è piccola e più questo può essere allungato.
2. Il vento. In caso di vento se necessario, va accorciato di qualche centimetro.
3. In acque mosse, l'aumento di qualche centimetro è positivo, in relazione al dragaggio.
4. In acque piatte, al di là della mosca usata, qualche centimetro in più.
5. Le ali della mosca. Queste possono generare qualche attrito di troppo, e quindi qualche centimetro di meno. Se necessario tagliare le ali.
Se al ruolo svolto dal finale, aggiungiamo quello svolto dal lancio, si è in grado di avere in 'mano' tutte le situazioni che si trovano lungo il torrente.
Combattere il dragaggio in fondo non è più un tabù, una chimera, un qualcosa di irrealizzabile, ma sommando questi due elementi, che sono stati oggetto di studio approfondito in questi ultimi venti anni, ai quali gli si è cambiato del tutto o quasi ruolo, o meglio gliene sono stati aggiunti degli altri forse più importanti, è ormai diventato un fattore tranquillamente aggirabile, un ostacolo superabile da tutti. L'importante è prima di lanciare, saper capire le correnti e immaginare le forze che l'acqua andrà ad esercitare sulla nostra coda.
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